"Mangia Plastica", i Comuni dell'Unione Alto Verdura e Gebbia protagonisti di un progetto del Ministero della Transizione Ecologica

I Comuni facenti parte dell’Unione “Alto Verdura e Gebbia”, ossia Calamonaci, Burgio, Lucca Sicula e Villafranca Sicula, hanno preso parte al progetto promosso dal Ministero della Transizione ecologica, denominato “Mangia Plastica”, che verte sull'elargizione di un contributo per l’acquisto di un eco-compattatore per il riciclo degli imballaggi in plastica.

I Comuni dell'Unione hanno percentuali altissime di raccolta differenziata, sono stati più volte premiati da Legambiente come comuni ricicloni e l'ARO Alto Verdura e Gebbia è uno dei più virtuosi della Sicilia.
Il Comune di Calamonaci, negli ultimi anni, si è distinto per il raggiungimento di importanti risultati ottenuti con una raccolta differenziata “porta a porta”, che si è attestata al 90%. Anche Villafranca è al 90%, Lucca all'84% e Burgio a circa il 70%.
Gli eco-compattatori sono un’ottima soluzione anche per il decoro urbano in quanto permettono un minore abbandono di rifiuti per le vie cittadine. In più garantiscono un risparmio non indifferente di energia, di risorse idriche e un’importante riduzione dei costi di gestione.

“Ho deciso di acquistare e sistemare l’eco-compattatore presso punti frequentati ed a turnazione anche davanti la scuola – afferma il Sindaco Spinelli – affinchè i cittadini, specie i più giovani possano farne buon uso”.

Soddisfatti per il buon esito del progetto anche i sindaci Balsamo, Matinella e Dazzo, in rappresentanza di Villafranca, Burgio e Lucca.

Il progetto sarà realizzato in sinergia con la Società Consortile “Alto Verdura Servizi Ambientali” S.r.L.
Si tratta di un ottimo strumento per sensibilizzare ancora di più le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e far comprendere che le risorse del nostro pianeta non sono infinite. Occorre partire dai più piccoli e servono campagne di sensibilizzazione costanti: la salvaguardia della natura, dell'ambiente, del territorio, terrestre e marino, parte sempre dalla raccolta differenziata e da un uso, possibilmente sempre più inferiore, di plastiche.